Il culto di Amida e la Teoria della Salvezza
Un altro esempio di religiosità genuina era la devozione al Buddha Amida, con la speranza di essere accolti, dopo la morte, nella felicità del paradiso promesso a coloro che invocavano con fede il nome di Amida. Questa dottrina si fonda sui tre sutra del Buddha Amida.
I monaci del Culto di Amida
Il primo dei monaci giapponesi che visitarono la Cina e, al loro ritorno in patria, diffusero in Giappone il culto di Amida fu Ennin (792-864), un monaco della setta Tendai. Si recò per studi in Cina l’anno 838 e, al suo ritorno in Giappone, costruì un tempio nel quale predicava la misericordia del Buddha Amida e la pratica del cosiddetto nenbutsu, cioè l’invocazione “Nami-Amida-butsu” (“Lode al Buddha Amida”), unita alla fede profonda che il Buddha ci salverà e ci farà rinascere nel suo paradiso.
Un altro monaco che diffuse